Il rapporto tra forma e numero
di Federico Bellavia, Gabriele Cascino, Valerio Liga, Roberto Lipari, Federico Pirrone, Giuseppe Santilli (II Q)
a cura di: Prof.ssa Paola Campanella, Prof.ssa Linda Di Giovanna
La relazione tra rappresentazione artistica e matematica riguarda la storia dell’arte sin dalle sue prime manifestazioni. Nell’arte antica, dalla scultura all’architettura, si è infatti quasi costantemente alla ricerca di un canone oggettivo, che sia basato su un preciso sistema di misure e proporzioni che vengono studiate per raggiungere armonia ed equilibrio.
Quello che definiremo aspetto geometrico del testo figurativo, riguarda sia la composizione del testo figurativo nella sua globalità, che la forma dei singoli elementi che vanno a costituirlo. Volendo fare un parallelo con un testo scritto possiamo affermare che la natura geometrica del testo figurativo si può accostare ad ogni livello di elaborazione di un testo. Vi è un livello di definizione morfologica delle singole parole, quello più evoluto della frase e del periodo, e infine quello del testo nella sua integrale complessità di formulazione.
In arte come in architettura, il numero è spesso lo strumento individuato per la gestione della forma. Il numero infatti da sempre determina la forma condizionandone gli aspetti visivi. Tali concetti hanno portato ad una definizione dell’estetica matematica, di origine araba che è stata poi ripresa da Grossatesta nell’ambito dell’estetica medievale.
Nel mondo islamico, il principio della perfezione geometrica infatti condusse alla creazione di modelli estetici applicati all’architettura e all’arte in generale. Per i musulmani la geometria diventa sia il mezzo che il fine ed il mondo stesso è descritto in termini di pura geometria.
Come scrive G.H. Hardy in Apologia di un matematico, «Le forme create dal matematico, come quelle create dal pittore o dal poeta, devono essere belle».
Tassellazioni III O Liceo Croce di Palermo
Testo Canzone “Errore di Calcolo”
Tra poesia e canzone senza esitazione,
quello che ho scelto è la seconda opzione,
per questo canterò, dicendo tutto quello che ho appena studiato.
Per quanto il giorno prima passi le ore a ripassare, poi durante i compiti non faccio altro che sbagliare ma, non mi preoccupo… è solo un errore di calcolo.
Ma-a-a io lo farò meglio possibile
nel banale sarò irriducibile
Mmm…eeeeeee…
Più complicato di polinomi
Acqua passata ormai siam più bravi, con lo studio intanto andremo ancor più avanti.
Alle mie parole non voglio mettere troppi freni,
punto solo al massimo, in mente ho due voci come le equazioni, che fanno i sistemi…
Teoremi di logica, che risolviam, senza difficoltà per ooora. Senza tecnologia, la geometria , calcolatrice via, si usavan le mani, come gli egiziani.
……tu tu tu……….
Come un falso quadrato, che da tempo fa sbagliar… ma ti ha soltanto ingannato. Ma adesso abbiam più praticà.
Woooo wooo o o… mmm…
Come quando cerchi nella pagina piena di radicali,
alcuni esercizi purché non siano banali,e si crea una certa tensione, maggiore o uguale di quando c’è una disequazione.
Si usava il modo detto ‘‘della falsa posizione’’ per poter fronteggiare una qualsiasi equazione,e ormai non lo usiamo più perché c’è stata un’evoluzione.
Momenti di rabbia per un errore, è fatto il test, niente da FARE.
Algebra, la vera incognita non è la X, ma se riuscirò a fare i problemi, comunque l’interrogazione andrà..alla perfezione.
Cerchi, poligoni, rombi, trapezi se li guardi in modo distratto, è un concetto astratto. Questo,proprio come enti primitivi, a spiegarlo io non ci riesco.
di Dario Corselli III O
Particolare della Cappella Palatina presso Palazzo Reale di Palermo riprodotto in Geogebra da Samuele Mangiapane III O |
Particolare della Cappella Palatina presso Palazzo Reale di Palermo |
il video è stato realizzato e riprodotto in Geogebra da Samuele Mangiapane IIIO
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Alla Scoperta delle Tassellazioni